Suketu
Mehta La vita segreta delle città Einaudi
2016 pp.85
I libri sulle città di solito sono o troppo tecnici o impressionistici,
cioè cialtroni. Questo, al contrario, è un breve saggio senza numeri, ma con
molte riflessioni acute e documentate dall’esperienza diretta dell’autore.
Parte dal ribaltamento del rapporto tra popolazione rurale e popolazione
urbana, che da quest’anno risulta più numerosa grazie soprattutto agli
spostamenti che avvengono in Asia, Africa e Sudamerica. Mehta, descrivendoci i
movimenti attuali, ci ricorda il nostro passato: migranti, esuli dalla campagna
verso la città, dapprima inurbati nei centri storici in condizioni abitative
pessime, poi espulsi e mandati a riempire casermoni (…in qualche angolo del pianeta…dev’esserci un architetto pazzo che
disegna tutte le case popolari del mondo.) Si muove tra New York, Rio de
Janeiro e Mumbai, descrivendoci le pieghe più nascoste di queste città, quelle
che non si misurano e non si censiscono. Si batte contro la gentrificazione, ovvero l’intrusione di
classi medie o medio alte in quartieri una volta popolari, per “riqualificarli”,
espropriandoli così della loro vivacità sociale. Ne ha per molti, ad esempio
per gli urbanisti “… i loro sogni possono
diventare i nostri incubi.” Come
dargli torto. E come non seguire e ritrasmettere una sua indicazione, dalla
sintesi perfetta: …quando visito una
città in giro per il mondo vado in cerca del caos.
Io stessa sono un’urbanista, abituata ad assimilare le città
attraverso il costruito e la sua rappresentazione, la mappa: infrastrutture e
disegno urbano invece di flussi di persone.
C’è di che riflettere.
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